UTOPIA: serie UK e teoria del complotto

















Sotto consiglio di una collega mi sono avvicinato a questa nuova serie inglese ancora non andata in onda in Italia: UTOPIA.

Premetto di non essere un accanito fan di serie UK, e che al mio attivo ho solo la visione di “Life on Mars” e dello scontato “Doctor Who”; detto ciò, ogni volta che mi sono avvicinato a una di esse, sono stato sempre piacevolmente sorpreso.

UTOPIA in breve: se siete amanti della “teoria del complotto”, se credete che forze occulte appartenenti a un’oligarchia mondiale tengano in mano le sorti del nostro pianeta, economicamente ma non solo, questa serie fa per voi.
Tutto parte dalla graphic novel “The Experiment Utopia” e dal mistero che avvolge il suo autore, morto in una clinica psichiatrica.
Su un forum dedicato all’opera si incontrano Becky, Ian, Wilson, Grant e Bejan; quest’ultimo fa sapere agli altri che è in possesso del manoscritto inedito della seconda parte della graphic novel.
Essi decidono allora di incontrarsi di persona per visionare il manoscritto: inutile dire che qualcuno non arriverà all’appuntamento.
Infatti sembra che questi disegni rivestano una particolare importanza anche per una misteriosa organizzazione mondiale chiamata “Il Network”.
Parallelamente alla vicenda dei ragazzi del forum, la serie segue anche quella di Michael, dirigente del Ministero della Salute, che viene ricattato affinché usi la sua posizione per convincere il governo ad acquistare dei vaccini, apparentemente inutili, per una fantomatica influenza russa.

Da sottolineare altri due personaggi, francamente i più carismatici insieme a Grant (che ha solo undici anni!): il killer Arby  e Jessica Hyde.
Arby è il primissimo personaggio che incontriamo insieme a un suo “collega”, Lee; Jessica Hyde è il suo obbiettivo.
Arby è allucinato, mezzo zoppo, uccide a sangue freddo senza fare una piega ed è assolutamente inquietante. Alle sue vittime rivolge una sola domanda, come un disco rotto: “Where is Jessica Hyde?”.
Jessica è invece colei che sembra sapere tutto del mistero di Utopia, e infatti è in fuga dall’età di quattro anni. Per questo motivo sa bene come muoversi contro il Network e guiderà la fuga dei protagonisti.
Pro e contro: sicuramente Utopia intriga, e parecchio; è ben fatto, senza uso di particolari artifici scenici riesce a dare l’idea di “cospirazione globale” e presenta dei protagonisti in gran parte convincenti.
Certo, come molte delle ultime produzioni post-lost (Abrams ha dettato la linea esattamente come fece Lynch ai tempi di Twin Peaks), la serie si basa sul colpo di scena, sullo spaesamento dello spettatore e questo può alla lunga paradossalmente stufare.
In Utopia quest’aspetto non è del tutto abusato, almeno non ancora, personalmente sono a metà della serie che è composta di soli sei episodi.
Altra nota positiva è l'adattamento sonoro: l'azione è spesso sottolineata da piccoli temi che si discostano dalle classiche campionature, contribuendo a dare al tutto un'atmosfera a volte surreale.

Ci sono così tante nuove serie USA ogni anno, che segnalare qualcosa di poco conosciuto o comunque non pubblicizzato che proviene da qualche altro paese diventa quasi un obbligo.

Dateci un’occhiata.

Lucio

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